Le teorie sulla leadership sono tante e variegate, una che ha riscosso grande successo è quella di Jim Collins relativa ai 5 livelli di leadership (sviluppata nel suo libro “Good to great”, in italiano “O meglio o niente”).
In sintesi l’autore riconosce alla base del successo di molte aziende la presenza di un leader di livello 5:
“La Leadership di 5° Livello si basa sulll’idea che: il rispetto nei confronti delle persone, una equilibrata dose di altruismo, un forte impegno, compongano una potente miscela, per far emergere i lati migliori dei collaboratori subordinati e raggiungere buoni risultati per l’azienda. I leader di 5° livello, sono una paradossale miscela di volontà incrollabile e umiltà personale.” *
E per tutti quelli che non riescono a raggiungere il livello 5?
Cercare una singola persona che trascini l’azienda è un paradigma vecchio e debole. Basta guardare le statistiche sull’insoddisfazione media dei lavoratori e quanto questa dipenda dai capi. Inoltre, come sostenuto nel libro di Collins, il livello 5 è una leadership che si conquista nel tempo e si raggiunge solo da “vecchi”… quindi cosa facciamo coi giovani?
Come capo inoltre si è ad alto rischio di cadere in una trappola per l’ego: pochi ti danno feedback, molti eseguono e cominci a pensare di essere capace di fare tutto. Se poi sei figlio o parente del titolare il rischio è ancora più alto.
Allora rovesciamo tutto!
Se sei un capo la cosa migliore da fare è comprarti un bello specchio, cominciare a capire fin dove arrivano le tue capacità e riconoscere dove ti serve aiuto. In particolare vale la pena fare una riflessione su come costruire un’organizzazione che funzioni.
Rileggendo con attenzione la descrizione del leader livello 5, gli stiamo chiedendo a gran voce di cambiare il modo in cui è gestito il potere in azienda!
Il punto focale è che non serve chiederlo ad una persona: esistono metodi organizzativi fatti apposta per questo.
Chiederemmo a un CEO di inventarsi un sistema di contratti di lavoro? O una nuova Lean? O un nuovo modo di strutturare i bilanci?
E allora perché gli stiamo chiedendo di andare “ad intuito” nell’istituire il sistema di governo dell’azienda?
PS per una visione del leader diversa cercate “Per fare un manager ci vuole un fiore” di Niccolò Branca.
* “Sono testardi , perseveranti e tenaci, eppure sono intimamente umili. Sono ambiziosi, a favore della loro azienda, ma raramente permettono al proprio ego ad essere un ostacolo al raggiungimento del successo della organizzazione.
Questi leader, anche se compiono grandi cose per le propria azienda, con una “modestia discreta”, attribuiscono i risultati allo zelo dei propri collaboratori, oppure a fattori esterni, o a pura fortuna.
I leader del 5° livello guidano l’azienda coadiuvati da personale disciplinato, alimentati da pensieri e azioni disciplinate.”